Anche se in ritardo di un anno, il gruppo Ohibò è riuscito a visitare la fiera del libro di Londra :)
Siamo partite sabato 9 accompagnate dalla sorella di Laura ed un suo amico, per concederci un paio di giorni da turiste prima dell'attacco.
A dispetto del malefico vulcano islandese del 2010 c'è stato quasi sempre il sole! Sabato e domenica li abbiamo passati a zonzo tra parchi e negozi (se mai andrete a Londra e vi venisse voglia di fare un salto da Primark per carità non fatelo! Dovrebbe essere considerato zona di guerra!) tra tazzone di caffè e boccali di birra.
Lunedì mattina armate di pass e portfolio ci siamo dirette in fiera. Prima di tutto abbiamo fatto un giro di perlustrazione, lo spazio riservato alla mostra è piuttosto piccolo, non ci vuole tanto tempo per girarlo tutto... se lo fai con metodo! Noi abbiamo cominciato a girellare a caso attratte da questo o da quell'editore. Quasi tutti esponevano vagonate di libri a prezzi bassissimi e non abbiamo resistito alla tentazione di chiedere se fossero in vendita... ovviamente no! Solo per ordini molto consistenti, insomma solo per rivenditori. E abbiamo rotto il ghiaccio con la prima figuraccia ...
Riprendiamo il giro ed incontriamo una faccia nota, un editore col quale avevamo parlato a Bologna, che molto gentilmente ci ha invitate a fare 2 chiacchiere "ma voi che ci siete venute a fare? Non va mica bene per gli illustratori qui!" un po' scoraggiate ma comunque determinate a far fruttare il nostro biglietto d'ingresso, ci dirigiamo verso la zona dedicata agli editori per bambini e un espositore dopo l'altro iniziamo ad incassare rifiuti: molti di loro non hanno avuto il tempo di smaltire i postumi di Bologna e al solo sentire la parola illustratore vengono colti da una crisi di panico.
Un paio d'ore dopo avevamo collezionato un discreto quantitativo di biglietti da visita di art-director latitanti, avuto alcuni colloqui rapidissimi con direttori creativi svogliati e avuto un incontro imbarazzante con l'Advocate-art agency da cui eravamo state invitate a passare per un saluto ma una volta lì non sapevamo cosa dirci.
A pranzo ci siamo incontrate con la nostra amica illustratrice (nuova conoscenza fatta a bologna) Amanda Pike, al bar degli illustratori dove per qualche ragione non vendono cibo ma solo alcolici! Ci vedono come ubriaconi? Con questo dubbio ci spostiamo in un altro bar e ci studiamo il programma dei seminari, ma anche qui non c'è niente che sia indirizzato a noi così riprendiamo il nostro pellegrinaggio stand by stand.
A fine giornata stanche e un po' deluse andiamo a rimetterci in sesto con un buon pie (a noi piace la cucina inglese) e una pinta di birra a Covent Garden.
Il mattino dopo siamo di nuovo agguerrite pronte ad affrontare il secondo giorno di fiera!Stavolta affrontiamo l'area digitale in cerca di contatti per produzioni Ipad... non va molto meglio però! Otteniamo un solo colloquio stavolta lunghissimo e surreale! L'editore parla malissimo inglese e ha dei forti difetti di pronuncia, inoltre non capisce una sola parola di quello che cerchiamo di dirgli... sembrava interessato ai nostri lavori ma... chissà che ha capito!
Mercoledì abbiamo deciso di goderci l'ultima giornata londinese, gli utlimi spiragli di sole e le ultime sterline :)
Che giornate!Ceto un po' deludente ma spero che almeno fuori dalla fiera vi siate godute la vecanza:)
RispondiEliminaBuona Pasqua:)
Grazie mille Monica, sei sempre carinissima!
RispondiEliminaA parte tutto, Londra è sempre Londra, difficile annoiarsi.. no?? =)
Buona Pasqua anche a voi!
beautiful girls!
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